'Giorgione rivelato' il successo

...A queste impressioni, sincere come lei è sincero e aperto, aggiungo, e concludo, i miei auguri non tanto per un nuovo anno che sarà difficilmente diverso dai precedenti, quanto l'auspicio che l'Accademia che sciupa la sua gioia e non l'accetta volentieri, apra gli occhi e non la costringa a lottare invece che a progredire finalmente sereno.
Termina con questa frase il lungo scritto, sotto riportato, inviatomi da Giuseppe Bignami di Genova.

...Il suo studio, volto a svelare cose che immediatamente non appaiono visibili, neppure ad un occhio addestrato alla "comunicazione" con una opera d'arte, va molto a fondo nella ricerca di date, firme, figure, che l'artista cela ma non del tutto. E solo una indagine quasi da "anatomopatologo" come lei ha fatto...Un gran bel libro, interessante e che apre ancora possibilità alla conoscenza più profonda dell'opera, della personalità dell'artista e del contesto culturale in cui si muove. Grazie ancora di aver saputo studiare con tanta passione le opere di Giorgione.
Con queste frasi la dottoressa Adriana Augusti di Venezia descrive il volume 'Giorgione rivelato'.


L'accettazione, il consenso accademico degli innovativi studi scientifici da me apportati all'enigmatiche opere di Giorgione, raccolti nel volume: 'Giorgione rivelato'.

Storica dell'arte, ex direttore del Museo Cà D'Oro di Venezia, membro della Soprintendenza ai Beni Storici nel Veneto, la dottoressa Adriana Augusti di Venezia, così si esprime in una lettera a me inviata: 
Gentile sig. Buso, la ringrazio molto del volume su Giorgione; la documentazione fotografica del libro è veramente eccezionale, come le avevo già avuto modo di dire a voce e consente di poter vedere molti particolari anche della materia, che difficilmente nelle opere viste dal vero si possono apprezzare in quel modo, sia per la imposta distanza dall'opera in un museo o per le condizioni di illuminazione. Il suo studio, volto a svelare cose che immediatamente non appaiono visibili, neppure ad un occhio addestrato alla "comunicazione" con una opera d'arte, va molto a fondo nella ricerca di date, firme, figure, che l'artista cela ma non del tutto. E solo una indagine quasi da "anatomopatologo" come lei ha fatto, attraverso mezzi tecnici la cui visione è oggettiva, ha potuto rivelarli. Emergono quindi dall'opera di Giorgione elementi che convalidano la sua appartenenza a circoli neoplatonici, ma anche a quei circoli in cui la ricerca dell'oscuro, del magico quasi, ha ampiamente coinvolto artisti e letterati all'inizio del XVI secolo. Un gran bel libro, interessante e che apre ancora possibilità alla conoscenza più profonda dell'opera, della personalità dell'artista e del contesto culturale in cui si muove. Grazie ancora di aver saputo studiare con tanta passione le opere di Giorgione.
6 gennaio 2017
Cordialmente, Adriana Augusti 



Il consenso, l'opinione nei riguardi del volume 'Giorgione rivelato', di Giuseppe Bignami della città di Genova: poeta del Mezzaro genovese, collezionista, casanovista e scrittore.

Gentile amico (mi permetta di chiamarla così),
ho ricevuto in dono il suo incredibile e splendido Giorgione rivelato dall'amica nostra, mia e sua, Daniela Lunghi, che il 7 dicembre scorso mi dedicava il  faticato capolavoro con parole che erano adatte, ma non lo sapevo, ad accendere una poetica luce e turbamento. Sapevo di lei e della sua solitudine.
Ho finito di leggerla pochi minuti fa, e ho trovato l'indirizzo mail che mi consente inatteso di esprimere, magari prima di incontrarla sul comune cammino dell'arte - tramite Daniela, forse - almeno poche parole di ringraziamento, cosa che con me (poeta?) non fa nessuno. Comincio dalla fine, e cioè dalle parole che un libro di forte interesse mi stimola a scrivere come memoria per chi verrà dopo di me; e per me stesso, quando ritornerò sul volume per successivi approcci.
Libro visionario e misterioso, chiarissimo e oscuro.
Meditazione sull'inconoscibile, passionale e sincera.
Alba e tramonto
(e notte)
Poche parole di poesia scossa, costretta oltre il discorso critico incontro ad un autore molto più conosciuto che frequentato, per molti e per me mistero non superato. Sarà lo spirito mio d'avventura sulla pagina più che nella vita ad aver provocato tanta sorpresa. Forse la visione di un'opera di Giorgione, oltre l'unica da me vista, la pala di Castelfranco Veneto, mi sveglierebbe dal mistero anche religioso che affiora prepotente e qualche volta terribile dalle sue pagine. Mai avrei sospettato, abituato a guardare per ore i quadri della mia passione domestica, di dovermi piegare di fronte al mondo sconosciuto, non sempre rassicurante, che lei estrae dal suo cappello con sicurezza invidiabile.
Certo lei si è abituato a vedere e a riconoscere particolari nascosti dopo anni di esperienza; io non posso pretendere di capire e individuare nessun autore nelle pieghe d'un mantello, o nei rovelli delle maniche d'un soldato antico. Ma la sua scienza è formidabile, quasi notarile quando mette in risalto date e monogrammi; meno rasserenante, per me senza guida, quando indica animali, teste ghignanti e urlanti di demoni nascosti, che non è facile per niente giustificare e delineare in concreto.
Confesso che le immagini intraviste a me hanno portato più ansia che serenità; mi hanno lasciato a immaginare culti misteriosi e bui, atmosfere quali mai avrei supposto in Giorgione. Ed era giovane. Cosa avrebbe tramandato alla mia età (69 anni)?
A queste impressioni, sincere come lei è sincero e aperto, aggiungo, e concludo, i miei auguri non tanto per un nuovo anno che sarà difficilmente diverso dai precedenti, quanto l'auspicio che l'Accademia che sciupa la sua gioia e non l'accetta volentieri (so da Daniela), apra gli occhi e non la costringa a lottare invece che a progredire finalmente sereno.
3 gennaio 2017
Con ampia cordialità,
Giuseppe Bignami, Genova (collezionista, casanovista, poeta del Mezzaro genovese e in qualche scritto)



La solitudine e la sofferenza da sempre hanno accompagnato, influenzandola negativamente, la vita di ogni pioniere nelle scoperte che si sono via via succedute in passato, inutile, in quanto triste, mi pare sia il ripercorrerle. Cito solo e, non a caso, le  tristi, recenti vicende di Antonio Meucci, Nikola Tesla e Gino Rossi che, sicuramente non sfuggono alla fresca nostra memoria: essi hanno dovuto in vita soffrire l'incomprensione e importanza delle loro, oggi largamente diffuse e consumate innovazioni scientifiche, rivelatesi in seguito fondamentali per l'intera collettività. L'uso del telefono, di un certo modo di utilizzare la corrente elettrica e la modernità, l'innovazione di un certo modo di fare arte nei primi anni del Novecento, li dobbiamo sicuramente a questi tre grandi della storia recente.
Un ringraziamento quindi alla dottoressa Adriana Augusti e al poeta genovese Giuseppe Bignami che, di questa mia nuova scoperta si fanno portavoce, preziosi testimoni uniti dal comune senso civile e amore per la storia dell'arte.