Assisi-Giovanni Zavarella

DISCORSO TENUTO DAL PROF. GIOVANNI ZAVARELLA  AL CONVEGNO DI ASSISI ‘GIOTTO SI RIVELA’.

Il più cordiale saluto di benvenuto a voi tutti e alle autorità che onorano, con la loro ambita e squisita presenza, questo convegno che sicuramente ha un’importanza straordinaria, se è vero come è vero che gli organi di stampa si stanno interessando a questo evento.
Si tratta del “Giotto si rivela”, è un convegno sulle scritte, le date e le immagini celate sul dipinto della Basilica Papale di San Francesco d’Assisi e con gli studi di Luciano Buso, che pregherei di salutare con un caloroso applauso, si dimostra finalmente , definitivamente la presenza di Giotto in Assisi che molti studiosi hanno messo sempre in dubbio. Quindi ci sarà un pomeriggio straordinariamente importante, in effetti è un evento che va a coronare anche gli studi di Buso su altri pittori in genere.
Quindi pregherei subito il sindaco della città Stefania Proietti, che ci onora della sua presenza, a rivolgere il saluto a questo importante convegno su Giotto di Assisi.
Un incoraggiamento per questa iniziativa che vede impegnate le Associazioni in collaborazione tra di loro per realizzare l’evento: sono l’ Associazione amici Barbara Micarelli, la Pro Loco, il Priore del Piatto di Sant’ Antonio, il Priore Serventi 2019, l’ Associazione culturale CTF, il gruppo comunale di Assisi, l’Associazione Punto Rosa, il Rubino che si avvale del patrocinio della regione Umbria e della città di Assisi.
Quindi ringraziamo tutti coloro che hanno voluto sottolineare l’importanza di questo evento offrendo collaborazione e patrocini.

Adesso entriamo nel merito del pomeriggio culturale. Io, alcuni anni fa, quando la notizia degli studi di Buso venne alla luce, ebbi a scrivere questo: un libro quanto mai interessante, originale nella forma e utile per i suoi contenuti culturali, forse non sufficientemente preso in esame, soprattutto il volume ha una rigatura storica e artistica sul versante giottesco, per la verità Giotto non cessa di stupirci. I suoi affreschi continuano a nascondere segreti, dai suoi dipinti ogni tanto insorgono informazioni sconosciute. Sovente i ricercatori vi rinvengono  immagini e scritte nascoste  e in questo contesto di indagine il libro a colori “Firme e date celate nei dipinti da Giotto ai tempi nostri”, curato da Luciano Buso. Il volume, della casa editrice Duk Edizioni, gode del patrocinio del Comune di Riese San Pio X, patria del Papa Santo Pio X; tra l’altro la pubblicazione, i cui materiali conclusivi sono segretati in archivi notarili , si impreziosisce di una splendida copertina cartonata a colori che riproduce “Esaù respinto da Isacco”, 1315.
Fissate questa data in quanto estremamente importante. Si tratta di un particolare dell’ affresco di Giotto della Basilica Superiore di San Francesco d’ Assisi. Il libro ha come valore aggiunto l’annotazione esplicativa di Franco Berton, di Massimiliano Tondi, sindaco di Fonte e di Gianluigi Contarin, sindaco di Riese Pio X, nonchè di una preziosa introduzione dell’autore stesso. Per la precisione, la suggestiva indagine del ricercatore veneto concorre sia a dissolvere le ultime pregiudiziali attributive di alcuni studiosi che rifiutano la paternità di alcuni affreschi della Basilica di San Francesco, sia ad aiutare a fissarne la data al 1315; tra l’altro la pubblicazione ne scopre la firma che finora non era stata mai trovata. Il metodo originale dello studioso trae l’uno la data e l’altra la firma e dall’interpretazione degli affreschi assisani dimostra, con metodo originale e suggestivo che la data e il logo non sono il risultato soggettivo della fantasia del ricercatore , ma che sono invece  stati scientemente celati dall’artista Giotto. Lo studioso veneto non esaurisce la sua indagine sull’opera di Giotto in Assisi, ma ne estende l’indagine ad altri dipinti quali la Gioconda di Leonardo da Vinci, alcune opere di Giorgione, l’ opera “il martirio di San Sebastiano” di Andrea Mantegna, alcuni dipinti di Raffaello Sanzio, il quadro “Venere sdraiata in un paesaggio” di Paris Bordon, l’autoritratto di Antonio Guardi, il paesaggio con armenti di Camille Corot, il ritratto di Giovane signora di Guglielmo Ciardi, le opere di Federico Zandomeneghi, il nudo di donna di Giacomo Balla, quello di Gustav Klimt e l’ultimo studio sul nostro Caravaggio.
Di sicuro si tratta di un lavoro originale e qualora se ne testasse da parte degli studiosi, data la scientificità, il risultato avrebbe un significato straordinariamente eccezionale, importante, in ordine alla perenne disputa sulla base di quanto è stato fatto da questi e soprattutto asserirebbe definitivamente la paternità a Giotto. Se son fiori, fioriranno,
così concludevo.

I fiori hanno portato alle gemme e oggi il convegno viene a glossare quello che è uno studio che ormai si è consolidato in tanti anni di impegno, di ricerche e quindi oggi abbiamo la possibilità, l’onore e anche il piacere, il godimento per chi si interessa d’arte, soprattutto per noi assisani, di poter affermare che quelle date 1291/95 che venivano un po’ contestate, vengono spostate al 1315, il che dimostra che Giotto ha lavorato per molti anni e per molto tempo nella nostra città. Questo ci riconcilia un pochino perchè molti fino ad oggi hanno messo in dubbio questa presenza di Giotto. Anche dopo il documento dell’archivio di Belania, che dimostra che comunque anche nel 1308 c’è questo documento di Giotto, ma quelli di Buso mettono oggi a tacere qualsiasi altro.
Quindi io pregherei Buso di illustrare questa sua tesi e poi passeremo alle altre due relazioni che vanno a concludere, a conclamare anche quelli che sono gli studi di Buso, ci saranno una serie di riflessioni quanto mai utili per poter compiere questo progetto che finalmente arriva a dire che Giotto ad Assisi non solo ci è stato ma anche che il 1315 è una data fondamentale.