Gino Rossi sbalordisce con un'opera del 13

In tanti anni di studi scientifici in questa direzione non mi è mai capitato di vedere una simile situazione: Gino Rossi nel 1913 supera una linea che pochi hanno avuto il merito di superare, non la linea della ragione, bensì quella della 'sensibilità pittorica' e di un'intelligenza non comune. Sto analizzando un'opera che per i suoi contenuti mi lascia sbigottito! Le firme semi celate comparse per esteso "Gino Rossi" recano la lettera "I" con i riccioli come ancora in uso al tempo.
Il particolare qui pubblicato si riferisce all'indagine UV (ultravioletto) apportata al dipinto, è grande e misura cm. 40x40, a questa misura andrebbe visto.

Immagine 7, 8, 9 e 10 - 

https://tribunatreviso.gelocal.it/treviso/cronaca/2014/12/01/news/il-caso-gino-rossi-quanti-falsi-in-quel-catalogo-1.10413296

Questo il preciso intento, nel 2014, di distruggere un libro di 600 pagine a colori costato anni di seri studi scientifici, grandi sacrifici, soldi e molta dedizione, presentato nella sede della Provincia a Treviso.
Le parole dello spavaldo giornalista sommate a quelle dei due altrettanto 'spavaldi' professori cozzano, come spesso avvenuto nella storia, contro la moderna scienza e conoscenza e alla "...forza illuminante dello Spirito Santo e dei suoi ineffabili doni. " (dalla lettera del 28 maggio 2022 ricevuta dal Vaticano riguardo il volume da me curato su la Pietà di Michelangelo).
Incappare in fatti 'inderogabili' quali quello qui pubblicato in un particolare dell'opera di Gino Rossi del 1913 (prima immagine) stabilisce una realtà scientifica sostanzialmente diversa da quanto sostenuto dai due esperti e dallo sprovveduto giornalista.
Adeguarsi a quanto la moderna scienza oggi propone un atto d'intelligente civiltà.