La firma di Giotto

Sono trascorsi 709 anni da quando Giotto di Bondone ha firmato segretamente l’opera sconosciuta in analisi con il metodo Buso
“Sant' Antonio e Gesù bambino”. Eseguita inizialmente su due tavole verticali, tra loro al tempo incollate, che misurano rispettivamente in larghezza cm. 37 e cm. 19 è stata in seguito riportata su tela in epoca più tarda, si presenta oggi in buono stato: alcune non significative mancanze sono presenti nei capelli sulla nuca del Santo, nel braccio destro del Bambino, nelle sue gambe e in piccola parte nella mano sinistra del Santo. La rimanente superficie si è ben conservata, come ben conservate sono le scritte segrete (firme, date e sigle), abbondantemente presenti nell’intera superficie pittorica rimasta integra, semi celate assieme a delle straordinarie piccole figure in molti casi inserite in pochi millimetri. Straordinario è questo ritrovamento ad opera del nuovo metodo d’indagine scientifica delle opere d’arte, straordinarie sono le originali firme qui pubblicate. La grafia originale di Giotto, da me ben conosciuta in virtù dei molteplici studi scientifici apportati alle sue opere più conosciute, inseriti nel volume "Giotto si rivela" edizioni Grafiche Antiga 2019, qui mostra il numero "1" della data 13, nella seconda immagine, del tutto simile a quelli emersi negli storici affreschi di Padova e di Assisi.
Le firme ora scoperte rappresentano il vanto del metodo Buso.

Giotto una costante.

Immagini 7, 8 , 9 e 10 - La grandezza di Giotto non ha limiti, i dettagli qui molto ingranditi lo rivelano. I volti tra loro collegati delle immagini 8 e 9 misurano nel loro insieme 4/5 millimetri. Infine l'ultima immagine 10 rivela la piccolissima sigla "GB13" ruotando di 180° l'immagine 8. Metodo Buso